Immersione sul relitto del posamine Pelagosa
Il Pelagosa era una delle quattro unità di classe "Fasana" in grado di trasportare fino a 240 torpedini tutte sistemate nel ponte sotto coperta così vennero utilizzate solo sotto costa o in condizioni meteo-marine favorevoli per via della scarsa tenuta del mare.
Il Pelagosa affondò il 9 Settembre 1943 centrato dai colpi di cannone di una batteria posta sulle alture di Genova occupata nottetempo dai Tedeschi.
Al momento dell'affondamento il Pelagosa non trasportava mine e questo fatto evitò l'esplosione completa della nave che adesso giace su un fondale di 36/38m capovolta e spezzata in due tronconi.
Lo scafo è appoggiato capovolto su un fondale di sabbia bianca e la sua profondità non supera mai i 35m. Da poppa verso prua si incontrano il grosso timone e due alberi che spuntano dallo scafo della nave; sul lato di dritta si trova una torretta e l'albero e continuando incontriamo diversi rottami della nave; dalle tante fessure si può guardare l'interno del relitto.
Al centro una spaccatura permette la visita dei due motori circondati dalle bombole di CO2 utilizzate per l'antincendio; proseguendo si trova il supporto della bussola e i resti della torretta del cannone di prua.
La prua, staccata dal troncone principale, è adagiata sul lato di sinistra ed è abbastanza integra; in condizioni di acqua limpida è possibile vederla in tutta la sua interezza.
Rientrando, sulla sinistra, la nave assume più l'aspetto di una fusoliera d'aereo e si possono vedere i resti degli interni ancora ben conservati. Dietro alla sala macchine è possibile vedere un vecchio tornio nella sala officine.
La penetrazione del relitto è riservata ai subacquei esperti per via degli ambienti angusti, della possibilità di crolli e della facilità con cui è possibile sporcare l'acqua rimanendo completamente al buio. La parte più interessante è sicuramente la sala macchine dove si possono ammirare valvole, tubi, rubinetti e una bella batteria di manometri. Facendo molta attenzione è possibile salire al ponte superiore e raggiungere, attraverso uno stretto cunicolo, la Santabarbara della nave dove sono visibili casse di munizioni calibro 20 e qualche pezzo di grosso calibro.
Per l'immersione è consigliato l'utilizzo di Nitrox e una buona esperienza.